Lenti da viaggio - Postilla #34
Un altro numero di Postilla che nasce in viaggio, perché il mondo va osservato da vicino, e la vita conosciuta vivendola. Cosi senza meta le connessioni si attivano e l’ispirazione diviene conoscenza.
Il bello del nostro mestiere è che ogni progetto ci regala una lente nuova con cui osservare la realtà. Il mese di ottobre è stato ricco di stimoli, sessioni di strategia, modelli organizzativi da disegnare e ridisegnare, e con essi nuove prospettive con cui oggi proviamo ad orientarci. Anche questo numero di Postilla nasce durante un viaggio, perché il mondo secondo noi va osservato da vicino e la vita conosciuta vivendola, per poi poterla raccontare.
Proviamo ad applicare l’etica del viandante (lente #1), ovvero di colui che non ha meta: secondo Umberto Galimberti oggi è l’unica etica possible, quando si vedono chiari i segnali di crisi di un’etica della tecnica che mette al centro l’uomo e il suo “funzionamento” in nome di un illusorio predominio su ogni altro essere vivente. Basterebbe osservare la natura per avere le prove di come si debba connettersi e agire in nome della sopravvivenza di tutti, per divenire antifragili (lente #2, ne parliamo approfonditamente in Antifragile)
Lo avevano ben chiaro nell’antica Grecia, quando la vita era incanto di fronte alla Natura e si poteva parlare della morte, consapevoli del ciclo della vita che ci accomuna a tutti gli altri esseri viventi.
Così il viandante percorre semplicemente la terra - e la vita- senza possederla, perché sa che la vita appartiene alla natura.
È una prospettiva, nulla di nuovo anzi tutto molto vecchio, ma scegliere la prospettiva è spesso la scintilla del cambiamento ed il primo atto di responsabilità di tutti, in particolare di coloro che si rivolgono a noi per allenare le competenze di una leadership responsabile (lente #3).
“L’etica del viandante avvia a questi pensieri. Sono pensieri ancora tutti da pensare, ma il paesaggio da essi dispiegato è già la nostra instabile, provvisoria e incompiuta dimora”.
Ci illumina così Galimberti, in occasione di Hospitality Day 2024, a cui abbiamo partecipato per conoscere e approfondire le tendenze del turismo, dovendo disegnare un nuovo concept di ospitalità accessibile. Eravamo lì per verificare che la nostra lente #4 fosse corretta per un incarico così ambizioso: che cosa vuol dire in questo settore mettere al centro tutte le reali esigenze del cliente? Forse solo assumere quella prospettiva etica che porta naturalmente ad eliminare le barriere di ogni tipo e realizzare modelli business sostenibili e accessibili.
L’etica intesa come l’agire solo in funzione di un fine interessa il viaggiatore, ma noi abbiamo scelto oggi di fare i viandanti facendoci carico di un errare nomade che non cerca nulla e proprio per questo trova moltissimo.
Lungo la Via della Seta nel tratto turco della Cappadocia si respira forte il Genius loci (lente #5) del commercio, tra un caravanserraglio e l’altro, aree di sosta per chi portava spezie, tessuti, tappeti, metalli e pietre preziosi, sale, tè.
Andavano a Istanbul, anche nota come Bisanzio, Costantinopoli, Nuova Roma.
Osservandola con la nostra lente #5 ci chiediamo: qual è l’identità di una città con quattro nomi?
E la risposta non può che essere una domanda: ma chi ha detto che l’identità di una città o di una persona non possa essere una moltitudine di identità che proprio nel loro sapersi contaminare ne creano l’unicità?
È figlia dell’etica della tecnica questa necessità di mettere etichette, separare in cassetti, classificare. Il viandante semplicemente osserva la bellezza nelle dinamiche di una moltitudine di quartieri, culture, persone che da millenni si incontrano e si scontrano sulle rive del canale con gli affitti tra i più cari al mondo. Del resto greci, romani, bizantini e ottomani sono passati di qui e vi si sono fermati perché un luogo più strategico del Bosforo al mondo forse non c’è.
L’elemento di unicità appare chiaro e dice tutto: Istanbul è l’unica città al mondo a cavallo di due continenti e due culture da sempre, un crocevia di identità che ne fanno l’identità stessa.
Sovviene un pensiero: e se l’identità di una città (lente #5) come Milano fosse il crocevia di identità dei suoi quartieri?
Dal turismo, alle città, passando per l’imprenditoria sociale e l’industria: le relazioni sono un valore che può orientare il mercato. Persone che vogliono abitare un luogo perché lì ci stanno bene, o che scelgono di viaggiare per essere accolte con attenzione a tutte le proprie esigenze, e che comprano prodotti e servizi che semplificano la vita diventano: diventano un target interessante per chi investe con una visione di medio lungo periodo, ovvero sostenibile.
C’è allora un modo di fare business senza vincitori né vinti.
Alessandro D’Avenia, che con Galimberti condivide la conoscenza profonda del mondo greco, e che abbiamo avuto il piacere di ascoltare lo scorso 22 ottobre a Foresight 2024 sul tema dell’abitare (a Milano) ci ha fatto riflettere sul fatto che “a scuola si va, a casa si torna”: un approccio alla vita in cui si ritrova l’etica del viandante.
“La scuola è il luogo in cui si va a conoscere cosa è bello, vero e giusto, e poi si torna a casa per realizzarlo.”
Scholè in greco significa tempo libero. Ma come: la scuola è tempo libero? Vaglielo a dire a Pinocchio, noi la chiamiamo addirittura scuola dell’obbligo.
“Perché sei presente? Perché sei venuto al mondo? Che cosa ti permetterà di portare nel mondo ciò che solo tu puoi portare?”
Queste le domande che Davenia farebbe a tutti all’esame di maturità e noi ad ogni colloquio. In altre parole, qual è la vostra identità e avete gli strumenti per poterla ricercare nel mondo? L’energia si prende da dentro e la si porta fuori, ma servono le istruzioni per l’uso e questo davvero dovrebbe essere il ruolo della scuola, e forse anche delle aziende.
Certo in un paradigma di persone che devono “funzionare” non ci sarebbe assolutamente tempo per farlo.
L’abbiamo detto in apertura, questa Postilla nasce da uno sguardo sul mondo con diverse lenti attivate da altrettanti diversi stimoli, quelli che ci hanno suggerito i progetti di ottobre.
Dove si vuole arrivare? Non si vuole arrivare proprio, come in questo viaggio che dovrebbe condurre ad Efeso, ma non è certo. In ogni caso con questo pensiero un po’ di etica dell’antica Grecia si è ritrovata.
Forse ci siamo persi nel fluire delle connessioni, ma siamo viandanti e proviamo a dare ispirazione ricercandola a nostra volta per poterla raccontare.
Almeno è certo che Postilla, confusa e fallibile, può solo essere il frutto di intelligenze umane.
Intanto Oxi…
Identità, il nostro quarto Commentario è ufficialmente in vendita. Abbiamo una proposta per il Natale: regala ispirazione e se rappresenti un’azienda cogli l’opportunità di parlare della tua identità e aprire un dialogo con i tuoi clienti. Abbiamo presentato le offerte in una postilla speciale due settimane fa, ma se ci scrivi ti diamo tutte le informazioni.
Dialoghi in Officina. Diversity&Inclusion: un’opportunità di business. Lo scorso 22 ottobre in OfficinaStrategia con Bill Niada e Massimo Pozzetti. Lasciamo il racconto alle parole di un partecipante:
“tema intrigante, relatori con un forte orientamento sul tema, da entrambi vissuto e raccontato in prima persona – ed un titolo che fungeva da magnete (pur se i contenuti erano disposti con polarità per nulla banali e scontate)... valeva la pena di esserci, e faceva bene all'animo esserci – non per auto-promuoversi sulla propria, assodata sensibilità al tema diversità ed inclusione, ma per rendersi conto che qualche realtà coraggiosa, onesta, e fortemente orientata ad una definizione di valore (anche) socialmente sostenibile c'è, a ben guardare... e che per "scovare" simili narratori, e ascoltare i loro racconti, l'agent provocateur sia per me immancabilmente, e ogni volta, Oxigenio, non fa che aggiungere soddisfazione, in me – per averli avuti al mio fianco nei progetti in cui ho potuto averli al mio fianco, e per poter essere ogni volta accolto nella loro OfficinaStrategia.
grazie, di nuovo, per quest'ulteriore momento di dialogo – che produce ottimismo endogeno a chilometro zero!”
Non finisce qui. Il 27 novembre, in collaborazione con @Bullone, terremo un workshop in OfficinaStrategia per andare un po’ più a fondo sul tema.
Stiamo raccogliendo le adesioni, se sei interessato scrivici a info@officinastrategia.it e ti invieremo un’e-mail, al raggiungimento della quota minima di partecipanti, con i dettagli e la modalità per partecipare.
Pro bono: Italia Adozioni. Sabato 19 ottobre a Crema, città accogliente, abbiamo guidato una sessione di ricerca del perché con i volontari di ItaliaAdozioni, arrivati da varie regioni d’Italia per tre giorni di iniziative mirate a diffondere la cultura dell’adozione e dell’affido. Ogni anno una città diversa, torneremo a trovarli a Firenze l’anno prossimo per rifare il punto.
Il nostro contributo è andato all’identità di un gruppo che si occupa di fatto di identità e che ha progetti così ambiziosi da meritare tutta la nostra energia.
Appuntamenti
The Offline Club. Milano, 7 ottobre. L’arpista attacca a suonare e il volume del chiacchiericcio di sottofondo crolla all’improvviso. Eravamo in tanti nella libreria che ha accolto il debutto milanese di “The Offline Club”. All’arrivo abbiamo consegnato il nostro smartphone ricevendo in cambio una targhetta numerata ed il lusso di essere irraggiungibili per due ore. Ci è piaciuto e non finisce qui. Ne parleremo presto in modo approfondito. Nel frattempo il 12 novembre ci sarà il prossimo.
Ascolti, letture, visioni
Caffè letterario identitario. Il 12 ottobre a Napoli ha aperto il Caffè Letterario l’Identitario. Non un semplice bar come ormai se ne trovano ad ogni angolo, ma un vero e proprio polo di divulgazione di cultura e tradizioni della città partenopea, un luogo suggestivo dove poter consumare sì un caffè, ma anche per sfogliare le pagine di un bel libro, mentre si viene travolti da un’atmosfera del ‘900 con un dolce sottofondo di canzoni napoletane dell’epoca, magari conversando e scambiando opinioni con gli altri ospiti circa la lettura o le notizie del giorno.
Non vediamo l’ora di andare a trovarli, e ci dispiace un po’ non averlo fatto noi per primi, ma ci conforta vedere una comunità sempre più ampia di persone che condividono la nostra vocazione e la trasformano in progetti di business.
Libri.
L’etica del viandante. Umberto Galimberti. Ça va sans dire.
Se la tecnica […] diventa […] un valore assoluto, la coscienza del fine, che da quando l’uomo è uomo regola la vita umana, si arresta in modo definitivo, e i grandi princìpi che indicavano il percorso da seguire per il conseguimento del fine si oscurano e trovano il loro arresto se non addirittura la loro insignificanza.»
Resisti, cuore. L’Odissea e l’arte di essere mortali. Alessandro D’Avenia. “Mi sono reso conto che l’Odissea agiva in me come ‘libro-madre’, mi ha rivelato in anticipo cose che non volevo affrontare né avevo ben chiare. Questo mio libro è arrivato nel momento in cui ho trovato il coraggio di confessare tali verità a me stesso – resisti, cuore! – e di raccontarle di scorcio… La letteratura ha questo compito: smascherarci, farci venire alla luce, farci vivi a noi stessi…”.
Si arriva ad Hierapolis, c’è l’acqua termale e anche per il numero 34 è tutto.
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