Dove nasce l'ispirazione - Postilla #33
Questa Postilla nasce dall’attenzione generata da una piazzetta bianca e blu di Alghero, dalla musica e dal vento, in uno scampolo d’estate mediterranea.
Una piazzetta italiana al sole, il cielo blu, i tavoli bianchi e il chiacchiericcio delle persone in sottofondo. Il quadretto invita a sedersi per un caffè, biglietto di accesso a quel meraviglioso equilibrio che le Persone ed i Luoghi riescono a creare.
La musica si alza all’improvviso e “Nel Blu dipinto di Blu” rimbomba tra i muri delle case. È la canzone perfetta in questo tempo e in questo luogo, così anche i pensieri vengono rapiti dal vento e iniziano a volare.
A volte basta “un caffè” ad accendere la miccia dell’ispirazione e raggiungere quello stato di concentrazione che chiamiamo Flow.
In psicologia si parla di esperienza ottimale quando la persona è completamente immersa in un'attività. Pare che sia lo stato più alto di felicità: tutto si ferma e il tempo non detta più il ritmo del nostro agire. Il concetto di Stato di Flow è stato coniato da Mihály Csíkszentmihályi, famoso psicologo ungherese naturalizzato statunitense. In un libro imperdibile e best seller mondiale spiega l’anatomia della coscienza e ci lascia le istruzioni per trasformare la vita stessa in un unico Flow in cui tutte le esperienze siano interconnesse e la felicità non si riduca ad un casuale momento.
Csíkszentmihályi scrive:
“La forma ed il contenuto della vita dipendono da come si adopera l’attenzione. A seconda di come la si investe emergeranno realtà completamente diverse. L’attenzione è come l’energia in quanto senza di lei non si può fare nessun lavoro e lavorando la si consuma. Creiamo noi stessi per come investiamo questa energia, e si tratta di un’energia che si può controllare farne quel che preferiamo, quindi l’attenzione è lo strumento più importante per migliorare la qualità dell’esperienza.”
Nasce dall’attenzione generata da una piazzetta bianca e blu di Alghero questa Postilla, dalla musica e dal vento in uno scampolo d’estate mediterranea.
Basta questo?
Qualche volta ricerchiamo il silenzio totale per impedire alle distrazioni di raggiungerci e sottrarci all’esperienza ottimale. Il silenzio ha il grande potere di metterci in contatto con i nostri pensieri rispettandone il ritmo e per questo migliora le prestazioni cognitive.
Altre volte è una lettura, una musica, una vista sul mondo che ci accompagna nel Flow perché riesce ad attivare quelle connessioni che diventano più forti di qualsiasi distrazione.
Oppure è l’immersione nella natura: bastano pochi minuti in un contesto naturale per ripristinare la concentrazione perduta secondo la ART Theory di Kaplan (Attention Restoration Theory).
Da dove nasce dunque l’ispirazione?
Può nascere ovunque, ma una cosa è certa: non nasce in ambienti e situazioni che richiedono di fare più attività contemporaneamente.
Viene in mente qualcosa?
“Le migliori idee di business mi sono venute sotto la doccia, o durante una passeggiata, o in vacanza”, ci sentiamo spesso dire dopo una sessione di Focus in OfficinaStrategia, come una conferma dell’importanza di aprire nuove prospettive cambiando luogo e velocità.
Dovremmo allora vivere sempre in vacanza? Non credo, mancherebbe l’elemento trainante della concentrazione che è il senso di scopo della vita, come in un’auto senza motore.
“Posso lavorare ovunque, devo solo aver la possibilità di mettere in pratica la mia routine quotidiana di gestione dell’energia e trovare un bel posto.”
Sovviene il dibattito in corso sul tema dello Smart Working che forse non dovrebbe ridursi ad una negoziazione di giorni in cui fare molte attività contemporaneamente da un luogo diverso dall’ufficio, bensì l’occasione per trovare un modo di lavorare a singole attività gestendo l’energia e non il tempo, migliorando così risultati e benessere delle persone: in realtà non c’è e non dovrebbe esserci alcun conflitto tra i due.
L’ispirazione allora forse nasce dove riusciamo a coltivare l’attenzione per accedere alla massima felicità, il nostro stato di Flow.
Intanto Oxi…
Identità, il nostro quarto Commentario è ufficialmente in vendita. Si chiudono i preordini e si aprono gli ordini. Sulla nostra pagina LinkedIn trovate estratti, editoriale, e qualche anteprima giusto per superare le resistenze all’acquisto d’impulso. Noi pensiamo che possa essere una buona lettura in questo periodo, quando ci si avvia alle riflessioni di fine anno e alla pianificazione degli obiettivi per il successivo. E poi inizia il freddo, quindi la sera sorseggiando tisane e liquori e con il telefono spento, diventa una lettura piacevole che concilia buoni sogni. Questo commentario, per il tema affrontato, è per tutti, perché parla di persone alle persone senza passare dai ruoli e dal linguaggio di noi consulenti che poi vi innervosice.
Abbiamo anche pensato che possa essere un buon regalo di Natale per i vostri clienti, parenti ed amici, magari con un allegato che parli della vostra identità e che potremmo creare insieme. Per ora leggetelo, poi se vi piace ne parliamo, ma dobbiamo muoverci in tempo perchè oggi è il 1°Ottobre.
Appuntamenti
The Offline Club. A proposito di spegnere il telefono sbarca a Milano “The Offline Club”, nato in un locale di Amsterdam perchè oggettivamente nessun ne può più di vedere gente ingobbita sul proprio smartphone che nemmeno si accorge di chi ha intorno. Prima data italiana il 7 ottobre alle 19 da Gogol&Company. Ovviamente noi saremo là, senza distrazioni a socializzare come si faceva in ogni locale meno di 20 anni fa. Ci chiediamo naturalmente quanti di voi sarebbero eventualmente interessati ad utilizzare lo spazio di OfficinaStrategia per disconnettersi e rigenerare energia.
Dialoghi in OfficinaStrategia. Tornano i nostri appuntamenti per confrontarci sui temi della leadership responsabile: questa volta per fare chiarezza sul concetto di Diversity&Inclusion converseremo con due ospiti eccezionali per esplorare le opportunità di business che si aprono abbracciando un modello di saper fare impresa realmente aperto. Per ora Save The Date: 22 ottobre dalle 18.30 alle 20.00 in OfficinaStrategia. Chi sono gli ospiti? Bill Niada, vulcanico imprenditore sociale e Massimo Pozzetti, CEO di Pastiglie Leone.
Ascolti, letture, visioni
Luoghi e Placemaker. Un luogo è la sua storia passata, le vibrazioni presenti e la consapevolezza che ci sarà anche in futuro.
Guardare al genio dei luoghi per disegnarli e ridisegnarli è il lavoro bellissimo dei Placemaker: i professionisti che si occupano dell’identità dei luoghi e delle comunità che li abitano. Architetti? Non necessariamente. Politici? Non necessariamente. Sociologi? Non necessariamente. Il bello di questo mestiere è che non nasce da una competenza verticale ma dalla capacità di guardare la realtà per come è davvero: un insieme di elementi interdipendenti, senza volerla fare a pezzi.
Il potere dei luoghi è accompagnare le persone nel percorso della vita. E la responsabilità dei Placemaker è rendere la vita delle persone un po’ più bella lavorando sui luoghi.
Questo mese abbiamo partecipato ad un evento di comunità in un quartiere in fase di rigenerazione a Milano e abbiamo trovato l’approccio dei Placemaker attivi nell’area molto interessante. Take Care! è l’evento che i nostri amici di
hanno organizzato in quell’angolo a nord ovest di Milano: una festa, un workshop di quartiere, una passeggiata con gli sviluppatori e una tavola rotonda per riflettere sul futuro della città.Che cosa fa di un insieme di case, uffici e servizi un quartiere? La sua comunità? E che cosa attiva la comunità? Per sviluppare il Certosa District si sono scelte tre linee di attivazione: food, musica e artigianalità. Detto così non sembra poi così originale, se non fosse che in ognuna di queste linee c’è una ricerca di autenticità che guida la selezione dei servizi e aggrega così una comunità attorno ad una promessa chiara e coerente.
Solo vini naturali, solo insegne indipendenti, che si tratti di food, musica o artigianalità. E’ una scelta che diventa linea guida per orientarsi nella complessità di un’ operazione di sviluppo immobiliare.
Sarà che ci occupiamo di identità e strategia di persone, aziende, e città, e vederlo in atto ci scalda il cuore, in una Milano che si misura in termini di 88 quartieri indipendenti e connessi in continuo movimento. Antifragile, insomma, che accoglie l’incertezza e la utilizza per creare e ricreare energia.
Libro: Il senso delle cose. Richard Feynman. Dove si parla dell’incertezza della scienza e si fa chiarezza sul concetto di “scientifico”.
Mi sento dire: «Come fai a vivere senza sapere?». Non capisco cosa intendano. Io vivo sempre senza risposte. È facile. Quello che voglio sapere e come si arriva alla conoscenza. Questa libertà di dubitare è fondamentale nella scienza e, credo, in altri campi. C'è voluta una lotta di secoli per conquistarci il diritto al dubbio, all'incertezza: vorrei che non ce ne dimenticassimo e non lasciassimo pian piano cadere la cosa. Come scienziato, conosco il grande pregio di una soddisfacente filosofia dell'ignoranza, e so che una tale filosofia rende possibile il progresso, frutto della libertà di pensiero. E come scienziato sento la responsabilità di proclamare il valore di questa libertà, e di insegnare che il dubbio non deve essere temuto, ma accolto volentieri in quanto possibilità di nuove potenzialità per gli esseri umani. Se non siamo sicuri, e lo sappiamo, abbiamo una chance di migliorare la situazione. Chiedo la stessa libertà per le generazioni future.
E anche per il numero 33 è tutto.
Se hai temi da suggerire per questa newsletter o vuoi in qualche modo contribuire, lascia un commento!