Il passo successivo - Postilla #22
Cosa succederebbe alle aziende se il profitto da obiettivo diventasse mezzo, e la finalità vera fosse quella di generare un impatto apprezzabile sull’ecosistema circostante?
Dopo il nostro evento del 19 ottobre scorso, Sara Baroni sulla sua pagina LinkedIn ha scritto:
É vero che i giovani hanno bisogno di un nuovo patto con il lavoro, ma anche che le aziende non sono un ente astratto da cui tutto è dovuto, bensì sistemi di persone che devono trovare i mezzi per sostenersi e sopravvivere per generare valore nel lungo periodo.
A proposito: grazie a tutti coloro che hanno partecipato ed ai tanti che hanno lasciato feedback che ci aiuteranno a migliorare ulteriormente.
Il passo successivo
Sempre Sara, nelle sue riflessioni di questi giorni ha aggiunto:
Non solo i giovani, ovviamente: anche i leader (imprenditori o manager che siano) hanno bisogno di un nuovo patto di fiducia e strumenti per capire chi vogliono essere e come vogliono guidare le nostre organizzazioni.
Per questo, da tempo, Oxigenio parla a imprenditori e professionisti di modelli organizzativi, di coerenza tra intenzioni e comportamenti, di felicità come competenza e di voglia di cambiare uno stile di leadership basato sul controllo e sulla performance a tutti i costi.
E da tempo siamo convinti su un punto:
se il profitto da obiettivo diventasse mezzo per generare un impatto sull’ecosistema, a quel punto cambierebbe la prospettiva d’azione e tutto questo sarebbe possibile.
L’alternativa? Non c’è più.
Professionisti, docenti, studenti, imprenditori e manager. Tutti insieme rappresentano il nucleo fondante di una community di leader che vuole guardare il problema del lavoro e trovare una nuova via meno egocentrica e più ecosistemica.
Torniamo ai feedback: “Ci siamo divertiti ed ispirati”, hanno detto in tanti. Bene, questo è un valore che prima o poi tornerà.
Ma cosa serve per intraprendere un percorso di cambiamento?
Ci è tornato in mente un vecchio aforisma buddhista, che chiameremo teoria della tazza.
Esattamente - disse il Maestro Ryutan - sei come questo calice; sei pieno di idee. Vieni e chiedi insegnamento, ma la tua coppa è piena. Non posso metterci niente. Prima che possa insegnarti, dovrai svuotare la tua tazza.
Lo stesso aforisma è stato usato da Mark Lebedew, un allenatore di pallavolo della squadra tedesca Vfb Friedrichshafen, per parlare della confusione che si genera tra coach e giocatori. Scrive Lebedew:
Se l'allenatore suggerisce di fare (cambiare) qualcosa, il giocatore non sta cancellando la propria conoscenza esistente per sostituirla, sta aggiungendo alla propria conoscenza esistente mettendo tutto insieme. La possibile confusione quindi deriva dal tentativo di mixare soluzioni nuove e vecchie.
E noi troviamo che questa storia si applichi perfettamente ad ogni processo di cambiamento.
Per far spazio a nuovi modelli bisogna prima rimuovere quelli vecchi.
Si tratta di spazi mentali che richiedono focus e lentezza, altrimenti il rischio è quello di arrivare solo ad un compromesso che genererà frustrazione.
Intanto Oxi…
Nei giorni scorsi abbiamo avuto modo di partecipare al Leaderhship Forum da cui siamo tornati con due insegnamenti sotto forma di appunti:
la fiducia (non ci sorprende) è sempre al centro dell’attenzione. Senza fiducia non si scala, senza fiducia non si crea comunità, senza fiducia non c’è azienda. A nessun livello. Anche per questo quello che differenzia un leader dal resto è un forte codice etico che va condiviso, dichiarato e perseguito con coerenza.
vi è oggi una grande attenzione al come, molto più che al cosa ed al perché. I leader sono ricordati per il metodo molto più che per i contenuti del loro operato.
L’incontro con Taleb. Sempre al Leadership Forum abbiamo poi avuto l’occasione per incontrare Nassim Taleb, la cui opera omnia “Incerto” è stata per noi di grande ispirazione durante la pandemia.
Abbiamo avuto l’occasione di raccontarglielo e di donargli il nostro secondo commentario “Antifragile”, ispirato (attraverso il termine da lui portato agli onori delle cronache) proprio al suo pensiero. Un regalo che lui ringraziando ha accettato di buon grado.
Abbiamo avuto l’opportunità di tornare alla radice del pensiero, la sua pietra filosofale: “I’d rater be antifragile than smart” (Preferisco essere antifragile che intelligente).
È stato come un ripasso, da cui usciamo con una certezza rafforzata:
non siamo fragili se conosciamo profondamente dove stanno le fonti di reale fragilità. Piccoli rischi ripetuti rinforzano, un’unica grossa botta ti ammazza.
Appuntamenti
L’Italia è un paese di santi, navigatori… e organizzatori di Festival.
Città impresa. L’ultimo captato dai nostri radar è il Festival delle Città Impresa di Bergamo e Brescia. Ed anche qui riscontriamo come gli eventi in cui si parla di economia abbiano particolarmente a cuore il parlare di capitale umano, come quello del 9 novembre (alle 18.30) a Brescia.
L’augurio è, poi, che sempre la grancassa dei dibattiti, dei contenuti e dei podcast venga tradotta in realtà dalle aziende. Ed eventualmente per l’orientamento e le traduzioni in azioni potete sempre passare a trovarci in via Puletti :) vi aspettiamo.
Letture
South working. Abbiamo trovato di un certo interesse il movimento creato da Nicolò Andreula (qui un articolo che ne parla, con alcuni approfondimenti) con l’obiettivo di mettere in rete imprese, policy maker, professionisti e istituzioni per promuovere un confronto su come il Sud Italia può diventare attrattivo per lavoratori al tempo del remote working.
Idiom. Se vi piacciono i libri non potrete non essere attratti da Idiom un immenso tunnel di libri che, grazie ad una illusione ottica, sembra a tutti gli effetti non avere una fine. Il progetto è un'installazione a lungo termine dell'artista Matej Kren: una torre cilindrica composta da centinaia di libri.
E anche per il numero 22 è tutto.
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Postilla torna l’1 dicembre.