La super skill del futuro
Il talento di guardare avanti nasce dalla capacità di fermarsi e di rigenerare l’energia necessaria non solo alla nostra prestazione professionale, ma anche alla qualità della nostra vita.
Sara ha tenuto lunedì scorso a Rimini uno speech sul tema dell’attenzione, in un mondo dominato dalle distrazioni di cui non ci rendiamo conto, che proprio per questa inconsapevolezza sono quelle più pericolose.
Un intervento che ha fatto il paio con l’incontro del 6 marzo in OfficinaStrategia sul tema della fiducia.
Attenzione e fiducia, due elementi imprescindibili che meritano un focus particolare.
Quello che state leggendo è uno speciale di Postilla legato a eventi particolarmente significativi per Oxigenio. La nostra newsletter torna nel formato originale l’1 aprile.
L’attenzione si nutre di fiducia (e viceversa)
Oggi il 60% delle distrazioni è digitale. Ma ce ne sono molte altre.
Siamo arrivati ad avere una soglia di attenzione molto bassa ed una memoria che sempre più spesso viene delegata a Google, Siri, Alexa.
La combinazione esplosiva di una cultura orientata al controllo e all’efficienza (retaggio di modelli organizzativi gerarchici) supportata dagli strumenti digitali che hanno ulteriormente aumentato la velocità e la complessità delle relazioni, ci ha portati a giocare un campionato in cui non potremo mai vincere, avendo come competitor le macchine.
Ci illudiamo di avere controllo di tutto e di poter combattere contro il tempo, tuttavia, noi non siamo macchine.
Possiamo scegliere di vivere la frustrazione del confronto improbo con la tecnologia, o cambiare gioco, attivare il pensiero strategico per usare la tecnologia. Il modo per farlo è allenarsi alla concentrazione e creare modelli organizzativi che non misurano le prestazioni con il metro del tempo.
Nel libro “Indistractable” Nir Eyal (accademico ed esperto di design comportamentale) definisce l’attenzione come la superskill del futuro: così potente da cambiare le organizzazioni e rendere le persone realizzate e felici.
Il punto non è la distrazione in sé, ma la consapevolezza di ciò che è in nostro controllo, ovvero la nostra azione in un contesto di complessità.
Di fronte a tante distrazioni possiamo decidere di combatterle o di innamorarci del mondo senza distrazioni.
Nel confronto con HR director di piccole, medie e grandi aziende abbiamo ricevuto conferma di quanto il problema sia diffuso e alla base di un disagio sempre crescente tra le persone, tanto da avere ormai un impatto diretto sul business.
La scienza dimostra che l’attenzione non solo attiva il pensiero strategico, ma genera pensieri positivi e questo a sua volta aumenta il benessere e la felicità, riducendo le emozioni negative.
In fondo il lavoro non è che uno strumento nella nostra vita per poterci dedicare a noi stessi, in cerca di energia.
E’ questo un patto sano con il lavoro, quello che viene a mancare quando non si riesce a trovare nel contesto lavorativo il modo di esprimere la miglior versione di sé.
Lo sanno bene gli HR che oggi si ritrovano a fronteggiare tutti i sintomi della crisi del lavoro in atto.
Un po’ come per gli atleti è nell’alternarsi di stress e recupero che si migliorano i risultati, così dovrebbe essere per chi guida organizzazioni e gruppi di lavoro.
Ma non basta.
Il contesto organizzativo deve favorire la prestazione.
In caso contrario, non c’è allenamento che tenga.
Abbiamo conosciuto Umbero Pelizzari, 16 record mondiali in tutte le specialità dell’apnea profonda che dice: “Se il sub si immerge per guardare, l’apneista si immerge per guardarsi dentro”.
L’affinità è stata immediata e totale, e fonte di grandi parallelismi con le situazioni aziendali che ci ritroviamo a gestire ogni giorno.
Nella conferenza di apertura dello stesso convegno ha raccontato non solo come la concentrazione (persistenza dell’attenzione) sia stata davvero la sua superskill - concentrando quindi il suo allenamento a massimizzarla - ma anche che il contesto di fiducia del team che lo supportava durante le immersioni abbia reso possibile la sua performance.
Dell’importanza della fiducia avevamo parlato in OfficinaStrategia proprio la settimana precedente, con cinquanta ospiti.
Nel ciclo di incontri dedicati alle domande che guidano il futuro del lavoro e di modelli organizzativi completamente nuovi, abbiamo chiesto quale fosse il ruolo della fiducia.
Giovanna Montiglio ha portato subito l’attenzione a due temi rilevanti: l’inverno demografico e la carenza di forza lavoro femminile. Il percorso di fiducia nelle aziende è lungo e richiede un radicale cambio culturale che metta davvero al centro il benessere delle persone e del territorio, nonché la creazione di profitto in maniera responsabile. Qui la fiducia è alla base di tutto.
Michele Pasinetti ha individuato tre livelli di fiducia: apertura e predisposizione all’incontro, “fare insieme” (anche litigando), e fiducia nel futuro. Secondo Michele necessarie collaborazione e partecipazione per un cambiamento strutturale. Se ci fosse un “patto tra generazioni”, e le aziende venissero viste come qualcosa da portare avanti e non come un espressione di possesso nel presente, tutto migliorerebbe.
Andrea Montuschi ha chiarito un punto: “Fiducia è la somma di fede e conoscenza”, entrando così nei costi del micromanagement e nella spiegazione di come la mancanza di fiducia danneggi il business.
Si parte sempre dalla conoscenza delle persone e delle loro competenze.
E per ritornare al dialogo con chi gestisce il capitale umano aziendale oggi, pare esserci stata unanimità - sia il 6 marzo in OfficinaStrategia che l’11 marzo al Grand hotel di Rimini - sull’importanza di allenare le competenze strategiche.
Focus e attenzione oggi rappresentano l’asso nella manica di chi vuole davvero diventare un professionista della complessità.
Sull’onda di queste conversazioni che ci hanno riempito di energia abbiamo messo a fuoco un’esperienza di strategia di 3 giorni da vivere in OfficinaStrategia e istituito la Giornata del Pensiero Strategico: ogni primo venerdì del mese l’opportunità di fermarsi con noi e allenare l’attenzione.
Per info scrivici a info@officinastrategia.it
Noi ci risentiamo l’1 aprile.